Cari runners

oggi vi portiamo in uno dei posti più selvaggi della regione Calabria. Siamo in Sila, precisamente a Camigliatello silano (CS), ai piedi di Monte Curcio, 1786 metri slm.

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Percorsa la strada E846 che da Cosenza porta verso Camigliatello raggiungiamo la meta, ben conosciuta dalle nostre parti in quanto luogo di turismo invernale per i nostri amici sciatori, snowboarder, amanti delle ciaspolate e della neve in generale. Percorriamo la strada principale di Camigliatello la SP256 e raggiungiamo il nostro contatto in Sila, il Bistrot Mangia e Scappa di Saverio Bianco.

Saverio è un nostro amico, ci conosciamo da tanto tempo e anche lui come noi, ha una passione sfrenata per la montagna, anzi per le montagne calabresi. Anche Saverio è un trail runner e un ottimo sciatore, oltre ad avere la passione per la bicicletta e il trekking. Veniamo accolti con un enorme sorriso, Saverio ha proprio gli occhi di una persona che vive la montagna con passione e rispetto, non con austerità e rimproveri.

Le conoscenze e le competenze di Saverio, per ciò che riguarda le montagne calabresi, sono impressionanti. Dopo un rapido briefing sul percorso che affronteremo, scegliamo di partire dal Parco Fluviale che si trova proprio alle spalle del Bistrot Mangia e Scappa.

Dal Parco Fluviale raggiungeremo le piste da sci di Camigliatello. Da lì imboccheremo il sentiero n° PNS SI – CAI 403, che ci porterà sulla Strada delle Vette. Saliremo poi verso il rifugio Monte Curcio e da lì ci butteremo in picchiata giù per la Pista Blu.

Sono circa le 10 di mattina, subito la maestosità della Sila inizia a farsi sentire. Seguiamo il sentiero del Parco Fluviale attraversando una serie di ponti in legno che ci permettono di arrivare nello spiazzale delle piste da sci. Dopo circa tre chilometri imbocchiamo il sentiero n° PNS SI – CAI 403 che ci porterà in cima.

La risalita è lenta e faticosa, il dislivello è importante. Passeremo da 1300 metri a 1786 metri slm. Alcune parti del tracciato mettono a dura prova il nostro fisico, ma ciò che ci circonda, esercita su di noi un’azione quasi curativa. Io e il mio compagno non parliamo molto, preferiamo goderci quello che abbiamo davanti.

La natura è stupenda, verde brillante sulle nostre teste, il terreno invece, è di un marrone caldissimo. Riusciamo a sentire soltanto il rumore del fiumiciattolo, poi solo il tipico silenzio che solo il bosco può donare. Qualche volta ci siamo dovuti fermare perché i percorsi, seppur ben segnalati, per noi erano comunque sconosciuti. Grazie alla tecnologia GPS, ma soprattutto, grazie alla cara e vecchia cartina, gentilmente offerta da Saverio, riusciamo a raggiungere Strada delle Vette che collega le tre grandi vette della Sila: Monte Scuro (m. 1621), Monte Curcio (m. 1768) e Monte Botte Donato (m. 1928).

Risaliamo leggermente Strada delle Vette fino alla zona detta “Macchia Sacra”, utilizzata per il pascolo di animali e nella quale si possono ancora osservare i caratteristici “capanni dei vaccari”. Risaliamo verso il Rifugio di Monte Curcio fino all’impianto di risalita.

Una rapidissima sosta, due chiacchiere con un dipendente dell’impianto di risalita e subito giù a bomba lungo la Pista Blu. Lunga 2,22 km (da quota 1.748 a 1.386), con un dislivello di 362 metri. Wow! Vedere le piste da sci ricoperte da verdissima erba e non dalla candida neve, è una sensazione disarmante.

Arrivati nel piazzale di partenza della cabinovia, riprendiamo il sentiero del Parco Fluviale per ritornare al punto di partenza. Più di 13 km percorsi e uguale quantità di fatica e felicità.

Ritorniamo al bistrot Mangia e Scappa di Saverio per recuperare le energie. Condividiamo brevemente l’ avventura con il nostro amico. Ci sediamo davanti ad un buon bicchiere di vino e deliziosi e genuini piatti. Cin cin! Alla nostra… al Trail Running!

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